Castellina si Racconta

Castellina si Racconta non è solo il titolo di una masterclass tenuta da Armando Castagno a Siena ma anche l’inno che unisce i 39 soci che fanno parte dell’ Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti. Associazione che nasce nel 2003 per valorizzare e tutelare i prodotti vinicoli del luogo. Castellina in Chianti è un comune della provincia di Siena che conta un territorio di 9.980 ettari ed è a 578 m.s.l.m. E’ ritenuto il territorio con più superficie vitata di tutto il Chianti Classico, 1681 ettari. Il 15 Marzo all’interno della sala delle lupe del Palazzo Pubblico di Siena, Armando Castagno ha condotto una Masterclass riguardante proprio il territorio vitivinicolo di Castellina in Chianti e la sua grande vocazione per il vino. Masterclass che si è conclusa con l’assaggio di 10 Chianti Classico DOCG propri del territorio.

Castellina, ci dice Armando, viene presentata da Giulio Ruspoli di Tenuta Lilliano, presidente onorario dell’associazione dei produttori del Gallo Nero, come “una specie di riproduzione in scala dell’intero Chianti Classico, e lo considero uno dei territori vinicoli più affascinanti d’Italia”, divisa in 15 unità di “territorio” è proprio su questa parola che ci fermiamo a riflettere. Castagno dice “il concetto stesso di Terroir è un concetto molto complesso, non è semplicemente il territorio del vino”, ma bensì dovremmo parlare di vino di terroir all’interno del quale possiamo cogliere, per via riflessa, qualche aspetto ambientale che si innesta all’interno del vino. Ma il terroir non è solo questo, Castellina è una costellazione di terroir, dice Armando “il terroir è uno spazio geografico delimitato nel quale, nel corso della sua storia, una comunità umana ha messo insieme un sapere collettivo fondato sul sistema di interazioni tra un mezzo fisico, un mezzo biologico e un insieme di fattori umani, il protagonista del terroir non è il territorio ma la comunità umana che abita lo stesso”, viene creato un sapere collettivo che è radicato nel luogo.

All’interno del territorio del Chianti Classico i vini possono avere caratteristiche molto diverse anche essendo una vigna adiacente all’altra, poiché su di loro hanno agito comunità diverse, quindi viene delineata una tipicità differente. Potremmo definire il vino di Castellina in Chianti un “vino di terroir autentico”.

Il centro storico di Castellina è a quasi 600 metri di altitudine altezza alla quale vengono coltivate anche le vigne. Nel suo territorio sono presenti le tre pietre madri del chianti classico che sono l’arenaria detto il “macigno toscano” (originata dal compattamento di sabbia e detrito); il calcare nonche il fondale marino di un tempo chiamato “alberese” (pietra bianchissima dura e che tende a rompersi in ciottoli molto duri) e l’argilla compattata (dal proprio peso che di inverno diventa pietra dura). Sopra di esse si stabilisce il suolo che può essere più o meno sottile o con più o meno sabbia. Geologicamente Castellina presenta almeno 15 territori vitivinicoli differenti e molte aziende che, oltre alla loro presenza in questa degustazione, portano costantemente il loro contributo vinifico alla zona. Potremmo citare l’Antico Podere Casanova di Bucciarelli, l’Azienda Nittardi della famiglia Femfert, Castello di Fonterutoli della famiglia Mazzei, le antiche tenute Squarcialupi della famiglia Bojola, la Tenuta di Lilliano della famiglia Ruspoli e molte altre. Tutto questo, fondamentalmente, per introdurre e omaggiare un luogo che dà un grandissimo contributo al Sangiovese. Non è vero che il Sangiovese da solo non ce la fa, sono alcuni osservatori che non riescono a capirlo. “Bisognerebbe – dice Castagno- mettersi di fronte al Sangiovese come di fronte alla musica; cioè, non aspettarsi qualcosa e farsi piacere solo ciò che somiglia a quello che già ci piace, ma godersi la meraviglia di ciò che non conosciamo. Il vino è un formidabile vettore di sorprese, bisogna mettersi però in una posizione virginale davanti al vino, è il luogo che distingue i vini tra loro”. Ed è appunto proprio il luogo il nostro argomento, ciò che dovremmo incentivare considerando l’infinitesimale varietà di territori e soprattutto di vini di territorio che il nostro paese ci offre. Il luogo come in questo caso Castellina, un comune molto piccolo ma in grado di offrire una svariata quantità di vini in un certo qual senso simili ma con caratteristiche molto diverse tra loro, pur provenendo dal medesimo territorio a volte anche dal medesimo versante del paese. Queste sono sempre buone occasioni per ringraziare chi si impegna nell’organizzare questo tipo di eventi, quindi la Fisar di Siena e Valdelsa, il Comune di Siena e anche tutte le aziende vitivinicole di Castellina in Chianti che hanno portato in degustazione decisamente delle grandissime bottiglie di vino. Eventi che, come già detto, riescono a farci conoscere la grandezza del nostro territorio con oratori come Armando Castagno che con la sua grande competenza, non solo in campo enologico, ma anche in quello storico e artistico riesce a creare un quadro generale molto interessante nel quale viene inserito il vino che è, appunto, il frutto di un’operazione umana culturale e tramandata. Viene messa in primo piano la natura e la collaborazione tra quest’ultima e la mano dell’uomo che non intende in nessun modo invadere ma con estremo riguardo nei confronti di certi luoghi e certe tradizioni si pone con rispetto di fronte alla maestosità del Sangiovese di Castellina in Chianti.


Di Federica Vitis